Il lavoro che cambia: un convegno per governare il futuro

23.06.2017 – Lavoro, formazione, competenze, digitalizzazione, nuovi processi produttivi, politiche attive, buone pratiche, Gig economy: questi i principali temi di cui si è discusso lo scorso 22 giugno, nell’accogliente cornice di Palazzo Rospigliosi, al convegno “Il lavoro che cambia”. La giornata di confronto pubblico sul futuro del lavoro, con una particolare attenzione ai cambiamenti nel mercato del lavoro e all’impatto delle trasformazioni tecnologiche, è stata promossa dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in occasione del centenario dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) e del G7 Lavoro che si svolgerà dal 30 settembre al 1o ottobre a Torino.

In agenda una sessione plenaria con un ricco programma di panel che si sono succeduti in sequenza e quattro tavoli di lavoro tematici, in parallelo, su:

  • Alternanza scuola lavoro, sistema duale e ruolo degli ITS
  • Formare in digitale
  • Autoimpiego, nuove imprese e formazione delle imprese
  • Garanzia Giovani.

Fra i primi interventi Stefano Sacchi, presidente dell’INAPP e membro del Tavolo istituzionale del forum tematico avviato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che ha sottolineato la necessità di aumentare la nostra capacità di analisi di questi problemi per promuovere una riflessione organica e strutturata e favorire le capacità diagnostiche e di indirizzo delle policy. Sacchi ha inoltre anticipato alcuni risultati positivi che emergono dal monitoraggio del sistema duale nell’ambito della formazione professionale e che verranno presentati a breve: nello scorso anno circa 21mila studenti hanno usufruito di misure come l’alternanza scuola-lavoro rafforzata o l’impresa simulata, dati positivi in termini quantitativi anche se “è opportuno ragionare sulla distribuzione territoriale e pensare a schemi di coinvolgimento attivo delle imprese”. Sacchi ha sottolineato anche la necessità di investire sulle competenze: “un’impresa ad alto capitale umano investe sulla formazione dei lavoratori, sull’innovazione e le nuove tecnologie. Viceversa, imprenditori poco formati, che spesso caratterizzano le imprese di tipo familiare, sono poco propensi ad investire e fare innovazione” mentre sarebbe utile innescare “un circolo virtuoso”.

Nel corso del convegno il Ministro Poletti ha consegnato a Guy Ryder, direttore generale ILO, il contributo italiano all’iniziativa “Il lavoro che cambia nel mondo” promossa dalla stessa organizzazione internazionale, ricordando che fra le sfide sulle quali occorre confrontarsi a livello politico, economico e sociale la prima riguarda il tema delle disuguaglianze e le polarizzazioni. Il ruolo di INAPP nella definizione del contributo è stato fondamentale. INAPP ha formulato le proposte che sono state discusse con le parti sociali e ha poi redatto il documento consegnato dal Ministro. L’ente di ricerca è stato tra l’altro incaricato dal ministro di elaborare le proposte che verranno discusse nella riunione tra i ministri del lavoro in occasione del prossimo G7 a Torino.

Al dibattito ha preso parte anche Valeria Fedeli, ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, oltre che i rappresentanti delle parti sociali e di alcune grandi e medie imprese.

In chiusura il presidente Sacchi è intervenuto nuovamente per fare una sintesi delle principali evidenze e criticità emerse nella plenaria e nei tavoli tematici e suggerire un percorso ideale da seguire in cui si riesca a governare i processi sul lungo periodo.

Per approfondire

Il lavoro che cambia
Video conclusioni Sacchi