INAPP sostiene la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

25.11.2020 – L’Inapp, nel quadro del proprio Piano di Azioni Positive, aderisce alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e si propone di avviare e proseguire le iniziative sul tema anche rivolte al personale interno, al fine di contribuire all’obiettivo generale di costruire una piena consapevolezza sulla violenza di genere.

Anche quest’anno l’Istituto, attraverso il Comitato Unico di Garanzia appena insediato, ha aderito alla giornata internazionale, istituita dal istituita con risoluzione ONU numero 54/134 del 17 dicembre 1999, per ricordare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione da contrastare in maniera urgente, decisa e radicale. Essa ha effetti devastanti sulla salute psico-fisica, quando non conduce alla morte. È spesso solo parzialmente visibile, prevalentemente sommersa soprattutto a causa della prossimità della persona che subisce violenza con l’autore di quest’ultima: in tre quarti dei casi si tratta del partner o di un familiare.

Secondo le rilevazioni Istat (2019), nel corso della loro vita, quasi 3milioni e 700mila donne hanno interrotto una relazione (anche senza convivenza) in cui subivano almeno un tipo di violenza fisica, sessuale o psicologica, di queste 1 milione separate o divorziate: il 65,2% delle donne separate e divorziate aveva figli al momento della violenza, che nel 71% dei casi hanno assistito alla violenza e nel 24,7% l’hanno subita. Le conseguenze riguardano quindi anche le figlie e i figli, con la necessità di proteggere anche loro dalla situazione di violenza vissuta.

Nel 2020 la pandemia di Covid-19 ha aumentato le criticità per le donne vittime di violenza, costrette alla convivenza forzata per lunghi periodi a causa delle misure di restrizione per il contenimento della diffusione del virus, che hanno reso meno agevole anche l’accoglienza delle vittime nei centri a loro dedicati. Secondo le informazioni raccolte ed elaborate dall’Istat, durante il periodo compreso tra marzo e giugno 2020 il numero delle chiamate telefoniche e dei contatti via chat al 1522 – numero di pubblica utilità antiviolenza e antistalking – è più che raddoppiato rispetto a quello registrato nello stesso periodo dell’anno 2019, con un incremento percentuale pari al 119,6% (da 6.956 a 15.280 contatti).

Lungi dall’essere solo un fatto privato, la violenza sulle donne ha gravi conseguenze sulla collettività. I costi diretti della violenza riguardano non solo le donne che la subiscono ma tutta la collettività: accanto alle spese per cure mediche e psicologiche presso strutture private, per i farmaci, per le spese legali e per danni alle proprietà, si devono considerare le assenze dal lavoro e gli impedimenti nello svolgimento delle attività quotidiane.  Nel 2016 è divenuto operativo il congedo per le donne vittime di violenza, per il quale le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato, escluse le lavoratrici del settore domestico, possono avvalersi di un congedo indennizzato per un periodo massimo di 3 mesi al fine di svolgere i percorsi di protezione certificati dai servizi sociali del comune di appartenenza, dai Centri antiviolenza o dalle Case Rifugio. Nel 2019, con la Legge n. 69 denominata “Codice rosso”, si è inteso rendere più rapido lo svolgimento delle indagini sui casi di violenza sulle donne e aumentano le pene previste nei casi di violenza o stalking.

È necessario perseguire l’obiettivo di contrastare ed eliminare la violenza contro le donne con l’impegno di tutti i soggetti che hanno un ruolo nella definizione, nell’attuazione e nell’analisi delle politiche e degli interventi. Il Piano Nazionale Antiviolenza 2017-2020 (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità) definisce una strategia d’intervento caratterizzata da una logica di partenariato e di politiche integrate prevedendo la responsabilizzazione tutti coloro che sono chiamati a darvi attuazione. Il documento ripropone i tre assi strategici – prevenire, proteggere e sostenere, perseguire e punire – della Convenzione di Istanbul, oltre a un asse trasversale di supporto all’attuazione relativo alle politiche integrate.

Nel 2020, in particolare, il Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha potenziato, in collaborazione con le federazioni dei farmacisti, l’informazione a favore delle donne vittime di violenza e di stalking in particolare durante l’emergenza sanitaria per il Covid-19 durante la pandemia.