L’inclusione lavorativa degli immigrati: tra politica, economia e società
Guest editors: Maurizio Ambrosini, Madia D’Onghia
Il numero tematico 3/2024 intende investigare i processi, le politiche e le implicazioni dell’inclusione degli immigrati nel mercato del lavoro italiano ed europeo, in una prospettiva interdisciplinare.
Assistiamo in questi ultimi anni a una ripresa di politiche per il reclutamento di lavoratori provenienti da paesi extra-UE, non soltanto ad alta qualificazione. In Italia il governo in carica ha previsto 450.000 ingressi nei prossimi tre anni, su richiesta delle organizzazioni imprenditoriali.
Una prima area tematica per cui si sollecitano contributi è quindi quella della governance dei nuovi ingressi per lavoro, compreso il quadro regolativo.
Una seconda area tematica si riferisce alle modalità d’inserimento degli immigrati nei mercati del lavoro dei paesi riceventi. Sappiamo che storicamente gli immigrati nelle società industriali sono arrivati per colmare le carenze di manodopera nei lavori manuali che non trovavano più candidati sufficienti nell’offerta di lavoro autoctona. Oggi la diffusione dello sfruttamento non riguarda solo i c.d. lavori delle 3D (dirty, dangerous and demanding) ma anche settori produttivi tecnologicamente avanzati o socialmente rilevanti, come la logistica, il care giving, la gig economy, il commercio e le attività industriali avanzate.
Sono emersi, inoltre, anche fabbisogni di lavoro qualificato (il settore più importante internazionalmente è quello sanitario) e politiche per attrarre skilled migrants. L’Italia e l’Europa meridionale si contraddistinguono per livelli relativamente bassi di disoccupazione tra gli immigrati, ma con persistenti difficoltà per essi ad accedere a posizioni qualificate. Di qui rilevanti problemi di overeducation e overqualification: gli immigrati mediamente sono occupati in lavori meno qualificati dei loro livelli d’istruzione e di qualificazione professionale, e sono più istruiti dei lavoratori nazionali che svolgono le medesime occupazioni. La concentrazione delle donne immigrate in attività domestiche e assistenziali ne è l’esempio più evidente. Per contro, il lavoro autonomo può rappresentare un percorso alternativo di mobilità sociale.
Una terza area tematica riguarda le modalità d’incontro tra domanda e offerta di lavoro, con i suoi aspetti critici. Risalta qui il ruolo delle reti migratorie e dei brokers etnici, sia in occupazioni regolari, sia in nicchie di economia sommersa. Datori di lavoro nazionali e immigrati possono favorire percorsi di regolarizzazione e integrazione, oppure sfruttare la debolezza legale e sociale dei nuovi arrivati. La discriminazione è un problema per vari aspetti rilevante nelle modalità d’inserimento e trattamento dei lavoratori immigrati, fino a forme multiple di sfruttamento, segregazione e violenze.
Una quarta area tematica potrà infine trattare il ruolo dei decisori pubblici e degli attori sociali nella regolazione del mercato del lavoro immigrato e le possibili proposte (anche di tipo normativo) di miglioramento degli assetti attuali.
Le questioni, anche intrecciate tra loro, su cui si sollecitano contributi di ricerca e riflessioni possono essere così riassunte:
- politiche degli ingressi per lavoro e loro evoluzione nel tempo
- efficacia e limiti delle procedure di regolarizzazione (c.d. sanatorie)
forme di reclutamento (“caporalato”) e condizioni di lavoro- carriere lavorative degli immigrati e relative difficoltà
- overqualification e overeducation
- ruolo delle reti migratorie
- donne immigrate nel mercato del lavoro e forme di discriminazioni multiple
- passaggio al lavoro autonomo
- economia sommersa, sfruttamento lavorativo, policy di contrasto e prevenzione
- accesso al welfare e ai servizi sociali
- best practice di inclusione lavorativa e integrazione
- sindacalizzazione e movimenti di protesta
Nell’ambito di queste tematiche, si sollecita la presentazione di saggi originali e non sottoposti ad altre riviste di lunghezza compresa tra le 5.000 e le 8.000 parole per la pubblicazione nel numero 3/2024 (Norme editoriali complete qui: https://www.inapp.gov.it/rivista-sinappsi/per-proporre-un-articolo). I saggi dovranno pervenire alla redazione di Sinappsi ([email protected]) entro il 30 aprile 2024, per essere avviati al referaggio (double blind peer review) a seguito di accettazione da parte del Comitato scientifico/editoriale della rivista. Si invitano comunque gli autori a comunicare in anticipo alla redazione (entro il 15 febbraio 2024) l’interesse a proporre un articolo, indicandone il titolo, gli autori, la lingua (italiano o inglese) e il tema.
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