- Emanante: Consiglio Regionale
- Regione: Umbria
- Fonte: B.U.R.
- Numero fonte: 57
- Data fonte: 11/12/1991
Thesaurus: Formazione
Abstract:
La presente relazione ha un duplice obiettivo: da un lato quello di aggiornare il programma, pluriennale delle attivita formative (in particolare si fa riferimento al piano della regione dell’umbria per il conseguimento degli obiettivi 3 e 4, lotta alla disoccupazione di lunga durata ed inserimento professionale dei giovani per il triennio 1990/1992), dall’altro offrire elementi di indirizzo per la costruzione del piano annuale delle attivita di formazione, professionale, individuando, in modo particolare, le aree di intervento regionale e quelle delle due amministrazioni provinciali.
Aggiornamento programma pluriennale delle attivita’ formative e regionali
1. Premessa.
La presente relazione, redatta ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 4 della l.r. 69/81 cosi’ come modificato dalla l.r. 14/91 ha un duplice obiettivo, da un lato quello di aggiornare il programma, pluriennale delle attivita’ formative (in particolare si fa riferimento al piano della Regione dell’umbria per il conseguimento degli obiettivi 3 e 4, lotta alla disoccupazione di lunga durata ed inserimento professionale dei giovani per il triennio 1990/1992), regolamento CEE n. 2052188, approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 1187 del 21 marzo 1990, alla decisione c(90) 2744 del 17 dicembre 1990 della commissione CEE concernente il finanziamento di attivita’ formative ricomprese nelle zone dell’obiettivo 2 e alla decisione c(91) 1345 dei 27 giugno 1991 concomente azioni formative da attuarsi all’interno delle zone dell’obiettivo 5b), dall’altro offrire elementi di indirizzo per la costruzione del piano annuale delle attivita’ di formazione, professionale, individuando, in modo particolare, le aree di intervento regionale (secondo quanto stabilito al primo comma, lettera m) del citato art. 4) e quelle delle due amministrazioni Provinciali.
Negli allegati sono inoltre indicati il numero di iniziative formative da attivare per singole tipologie di intervento, i parametri da applicare per la determinazione del costo di ogni singolo corso e i vincoli territoriali per le diverse tipologie di intervento cosi’ come determinati sulla base degli obiettivi
Prima di passare ad esaminare nel dettaglio le priorita’, che si intendono adottare nella definizione, dei singoli interventi e’ opportuno sottolineare che la l.r. 14/91 rappresenta un momento avanzato, una tappa nella delineazione, da parte della Regione dell’Umbria, di un modo diverso di fare e concepire la formazione professionale.
Si tratta di un processo iniziato da qualche anno, a partire dal piano formativo, 1988/89, e che dal punto di vista dei contenuti si e’ incentrato da un lato su di un progressivo innalzamento della qualita’ dell’intervento formativo, in coerenza con quelle che erano e sono tuttora le caratteristiche dell’offerta di lavoro della nostra Regione (giovani fortemente scolarizzati, diplomati e laureati) offrendo a questi giovani attraverso una formazione di livello medio alto una reale opportunita’ per acquisire professionalita’ coerenti con la loro preparazione di base ma al tempo stesso maggiormente, spendibili all’interno del mercato del lavoro regionale, ma non solo regionale. Da questo punto di vista si e’ cercato di rendere la formazione professionale momento ponte tra scuola e mercato del lavoro in questa direzione si e’ anche mosso il progetto sfi (sistema formativo integrato), costruendo concrete esperienze di collaborazione nell’area postdiploma, tra formazione professionale e scuola di stato, attualmente in corso di realizzazione all’interno del piano di formazione 1990/91.
Dall’altro lato si e’ operato al fine di legare sempre piu’ l’intervento formativo ai programmi di sviluppo della comunita’ regionale, alle necessita’ di crescita del sistema economico produttivo, traducendo in pratica l’indicazione strategica, contenuta all’interno dello stesso piano regionale di sviluppo, di fare della formazione una risorsa per lo sviluppo. Questo tipo di processo si e’, peraltro, positivamente incrociato con la riforma dei fondi strutturali della CEE, che richiede, in primo luogo, un forte ed organico legame tra formazione professionale, e politiche attive del lavoro e piu’ in generale politiche per lo sviluppo, saldando e sottolineando quelli che sono gll elementi di congruita’ tra strategie della formazione e obiettivi di sviluppo posti dalla programmazione, in particolare quella regionale. In quest’ottica si viene sottolineando e rafforzando la funzione ed il ruolo programmatorio della Regione; la l.r. 14/91 risponde esattamente a questa logica, individuando nella Regione libera da funzioni di carattere gestionale, il soggetto che, con il concorso di altri, determina scelte e strategie di fondo, mentre alle amministrazioni Provinciali e’ delegato il compito dell’attuazione, dell’individuazione puntuale degli interventi idonei al conseguimento degli obiettivi e delle opzioni strategiche, della loro, gestione. Tuttavia, e’ bene sottolineare, ed avere consapevolezza che questo processo di riforma del sistema formativo regionale non e’ ancora terminato. Da un lato si tratta di accelerare ulteriormente un processo di razionalizzazione del complesso dell’intervento formativo, evitando duplicazioni e favorendo, anche attraverso operazioni di consorziamento delle diverse agenzie formative affidatarie dei singoli interventi, la nascita di poli di specializzazioni rispetto a particolari aree di professionalita’, in grado di confrontarsi con un mercato della formazione che assume dimensioni europee e quindi esprimendo una capacita’ di attrarre in Umbria risorse esterne e complementari (si pensi all’insieme degli interventi relativi alla formazione di figure manageriali specializzate in diverse mansioni da inserire nel sistema delle piccole e medie imprese umbre, o alle diverse professionalita’ legate al settore dell’ambiente).
In questa direzione ci si e’ gia’ mossi realizzando poli di alta specializzazione (da rafforzare ulteriormente) con le esperienze del seu, del parco tecnologico agroalimentare, dell’isrim, dei centro momigliani. Dall’altro lato e’ chiara la necessita’ di procedere e rendere sempre piu’ coerente ed organico, evitando, anche in questo caso, duplicazioni e sovrapposizioni e quindi spreco di risorse, quel sistema di attivita’ che potrebbero essere definite in senso lato di supporto alla formazione. Il riferimento e’ a quel complesso di attivita’ di osservazione e monitoraggio del mercato del lavoro, di analisi delle professioni, di progettazione formativa; ma anche di informazione ed orientamento dell’utenza, intesa sia come offerta che come domanda. In questa direzione, ferma restando la titolarita’ istituzionale per ciascuna di queste aree di attivita’, e’ necessario, attraverso accordi di programma, andare a costruire una rete regionale, che sia in grado di articolare territorialmente questo tipo di servizi (che in alcuni casi vanno necessariamente al di la’ di un legame strumentale con la formazione professionale). Una prima ipotesi vede la Costituzione di una rete decentrata articolata in otto punti, in corrispondenza delle otto circoscrizioni del lavoro; all’interno di questi otto punti verranno collocate attivita’ di osservazione del mercato del lavoro di orientamento, di progettazione formativa, di informazione sulle tematiche della formazione professionale, nonche’ di assistenza nei confronti dei soggetti proponenti attivita’ di formazione (si pensi alle imprese). Alcuni di questi punti gia’ esistono e svolgono alcuni di questi compiti (si pensi agli informagiovani o agli sportelli di job creation o, per talune funzioni, agli stessi centri di f.p.). Si tratta di implementarli, attivando nuove funzioni, razionalizzando le vecchie. Naturalmente questa rete per funzionare ha bisogno che ci siano momenti centrali di alimentazione, individuabili in questa fase, nelle amministrazioni Provinciali (i servizi Provinciali della formazione professionale) e nella Regione (osservatorio sul mercato del lavoro e le professioni, laboratorio per l’orientamento, ufficio formazione professionale), ciascuno per le proprie competenze, da qui l’esigenza che su questa materia si pervenga ad un accordo di programma tra i diversi soggetti istituzionali. Altro elemento e’ che questo sistema sia sorretto da una adeguata rete informatica; in questo senso la prima tranche di finanziamento della l. 492/88, relativa agli aspetti dell’informatizzazione, attualmente in fase di decretazione da parte del Ministero del lavoro, costituisce una opportunita’ finanziaria non indifferente. Piu’ in generale i progetti presentati per il finanziamento da parte della l. 492/88 (progettazione, valutazione, orientamento, informatizzazione, didattica, centri e formatori) che ineriscono l’introduzione di elementi di innovazione del processo formativo, costituiscono l’asse portante di questa strategia di ridefinizione e riforma del sistema formativo, anche se gli intollerabili ritardi, del Ministero del lavoro nel procedere alla approvazione dei piani presentati dalle. Regioni rischiano di compromettere questi, sforzi di innovazione.
Entrando nello specifico, per il 1992 si prevedono attivita’ di formazione professionale per complessivi 36,020 mld (1), con un aumento del 7,04 per cento rispetto al 1991. Nei paragrafi seguenti si indicano per singole tipologie di intervento disponibilita’ finanziarie e opzioni strategiche (2).
Rispetto alle disponibilita’ finanziarie e’ possibile che nel corso dell’anno, come per altro gia’ accaduto in passato, da parte degli organismi comunitari, vengano messe a disposizione risorse, aggiuntive da impegnare e spendere entro l’anno in corso. Per queste risorse si prevede di ricorrere al primo comma, lettera m) dell’art. 4 della l.r. 14191, destinandole al finanziamento di attivita’ a titolarita’ regionale, da individuare sentite anche le indicazioni delle amministrazioni Provinciali e fermi restando i criteri di priorita’ indicati per i singoli assi di intervento.
2. Iniziative formative connesse al pim.
Si e’ ritenuto opportuno mantenere il complesso di queste iniziative formative tutte nell’area di competenza regionale, in quanto strettamente collegate alla realizzazione di progetti di sviluppo a valenza regionale, facendo percio’ riferimento alla lettera m), comma primo dell’art. 4 della l.r. 14191; fermo restando la necessita’ di un concorso e partecipazione delle amministrazioni Provinciali nella individuazione delle singole scelte formative. Per questo tipo di attivita’, si prevedono disponibilita’ finanziarie pari a 5,560 mld, comprensive di 0,560 mld. Derivanti dal completamento nel 1992 di attivita’ iniziate nel 1991. Le attivita’ formative sono articolate in tre aree di intervento:
Nello specifico si prevede per il 1992 di proseguire e portare a termine iniziative gia’ avviate negli anni passati; in particolare verra’ proseguita l’attivita’ di job creation attraverso l’azione dei 5 sportelli regionali (gubbio – gualdo t., castiglione del lago – orvieto, spoleto, todi – marsciano, narni – terni) (3), le azioni formative collegate alla realizzazione dei progetti regionali di istituto superiore per i materiali speciali e del parco tecnologico agro-alimentare, la formazione di operatori nel settore turistico in collegamento con il centro di studi per il turismo di assisi nonche’ di managers per le piccole e medie industrie affidate al centro delle camere, di commercio.
Inoltre sia per il settore industriale-artigiano che per l’agricoltura verranno realizzate iniziative specifiche per la formazione di figure manageriali e di tecnici e quadri, con particolari capacita’ di controllo di tecnologie gestionali e produttive innovative.
3. Iniziative formative connesse agli obiettivi 3 e 4 del fse.
Gli interventi previsti all’interno di questa area prevedono una disponibilita’ finanziaria di 16,608 mld e sono suddivisi in 5 assi di intervento:
3.1 formazione di primo livello.
Le attivita’ previste per quest’area di intervento, tutte rientranti negli interventi a titolarita’ provinciale (in particolare le disponibilita’ finanziarie sono di 1,670 mld per la Provincia di Perugia e di 1,074 mld. Per quella di temi) sono rivolte a giovani di eta’ inferiore ai 18 anni in uscita dalla scuola media dell’obbligo, ai quali si intende offrire la possibilita’ di acquisire una qualificazione di base per poter perseguire in maniera piu’ adeguata l’inserimento nel, mondo del lavoro. L’attivita’ formativa sara’ finalizzata alla formazione di figure professionali capaci di intervenire nelle fasi di controllo e manutenzione del processo produttivo, piuttosto che alla semplice esecuzione di mansioni specifiche e si svolgera’, prevalentemente, all’interno dei 5 centri pubblici di formazione professionale (citta’ di castello, Perugia, foligno, Terni e narni), cui si aggiunge, in regime di convenzione, il centro cnos di Perugia. In relazione all’attivita’ dei 5 centri pubblici si procedera’ ad un loro potenziamento, intervenendo, sia sulle strutture che sulle dotazioni tecnico-strumentali, ma anche, nel caso dei centri di Terni e narni, procedendo ad operazioni di razionalizzazione in direzione di una progressiva unificazione dell’attivita’ dei due centri, che sostanzialmente insistono sullo stesso bacino di manodopera e presentano le stesse specializzazioni rispetto alle aree professionali in formazione. Per quanto riguarda gli aspetti gestionali in attesa della attuazione dell’ultimo comma dell’art. 6 i commissari ad acta, nominati ai sensi della l.r. 2/91, cureranno l’avvio delle attivita’ corsuali, che dovranno comunque partire entro e non oltre la data del primo ottobre 199l; per il centro di Perugia tale compito verra’ svolto dall’amministrazione comunale di Perugia, tutto cio’ ferme restando le competenze dal punto di vista programmatico delle amministrazioni Provinciali. I settori specifici di qualificazione, sulla base del profilo specialistico di intervento formativo che ciascun centro e’ andato acquisendo nel corso degli anni, saranno: metalmeccanico, elettromeccanico, alberghiero, servizi d’ufficio e lavorazione del legno. La durata dei corsi e’ biennale. L’attivita’ didattica, secondo la riprogettazione effettuata nel biennio 1990/1991, e’ articolata in 4 moduli di 600 ore, con un pacchetto orientativo di 200 ore, inserito nel primo modulo, Comune a tutti i settori di qualificazione e finalizzato alla definizione da parte dei giovani della scelta dell’indirizzo professionalizzante. Essendo questo tipo di intervento di durata biennale, una parte delle risorse 1992 sara’ assorbita dalla realizzazione dei secondi anni.
All’interno di quest’area vanno inoltre ricomprese tutte una serie di attivita’ di qualificazione di primo livello, anche in questo caso da svolgersi prevalentemente presso i centri di formazione, non finanziabili all’interno degli obiettivi fse ed interessanti profili professionali legati soprattutto a professionalita’ di tipo artigiano (orafi, liutai, ceramisti, etc.) nonche’ professioni di tipo tradizionale ma delle quali VI e’ forte richiesta (dattilografi, stenotipisti, estetiste, etc). Per queste attivita’ e’ prevista una disponibilita’ finanziaria aggiuntiva rispetto ai 2,744 mld prima indicati di 0,800 mld.
3.2. Formazione di secondo livello.
Le attivita’ di quest’area di intervento si rivolgono a giovani diplomati e laureati e hanno come obiettivo quello di fornire, partendo da un riconoscimento dei crediti formativi maturati nella scuola di stato, una formazione professionalizzante specifica, maggiormente rispondente alle necessita’ espresse dal sistema produttivo,, con particolare attenzione a quello regionale. Le disponibilita’ complessive, per questo tipo di intervento, ammontano a 8,049 mld.
Per questo tipo di iniziative formative si individuano tre aree specifiche di intervento e cioe’:
In particolare per quanto riguarda la prima area si tratta di dar corso ad iniziative per la formazione di figure professionali del tipo: operatori cad, operatori office automation, tecnici manutentori di macchinari e di impianti, tecnici ed operatori di sistemi audio-visivi, operatori per macchine a controllo computerizzato etc. Per quanto riguarda la seconda linea di intervento, partendo da una analisi delle funzioni aziendali con particolare riferimento alla situazione umbra delle pmi, e’ possibile individuare le seguenti aree professionali:
Conseguentemente, a titolo esemplificato, si possono individuare i seguenti profili professionali: esperto progettista (specializzata’ nell’analizzare e progettare soluzioni di lay out), esperto in ricerche di mercato (cura l’impostazione e la realizzazione di ricerche di mercato, elabora previsioni di politiche e strategie di mercato), esperto in tecniche di immagine (cura la costruzione dell’immagine aziendale sul mercato), responsabile di prodotto (cura e controlla tutte le iniziative di marketing operativo), consulente finanziario (interviene relativamente ai problemi di gestione finanziaria e patrimoniale dell’azienda), responsabile controllo qualita’ (organizza e gestisce analisi e test volti ad accertare la qualita’ del prodotto).
Per quanto riguarda la terza linea di intervento si tratta di professionalita’ nuove rivolte a settori produttivi in espansione come quello dell’energia, dell’ambiente, dei beni culturali, del turismo. A titolo esemplificativo e’ possibile indicare i seguenti profili: il selezionatore (plout breeder), il tecnico della lotta integrata, il tecnico della micropropagazione, il tecnologo alimentare, l’esperto in turismatica, il tecnico impianti di depurazione, il responsabile sicurezza. L’esperto in energia pulita etc.
Le iniziative, di norma, non dovranno superare le 800 h. Complessive, comprensive di eventuali periodi di stages.
E’ bene tenere presente che all’interno di quest’area, si vanno a collocare tutta una serie di iniziative consolidatesi nel corso degli anni e fortemente collegate a progetti individuati dalla programmazione regionale, gia’ in fase avanzata di realizzazione o, comunque, in fase di avvio.
Ci riferiamo, a titolo esemplificativo, al servizio europa-Umbria, al centro momigliani per la cultura di impresa, al centro di formazione ambientale (da localizzarsi presso la villa della montesca di proprieta’ regionale a citta’ di castello), al centro per il restauro del libro di spoleto, al teatro lirico di spoleto. A cio’ vanno aggiunte quelle iniziative, soprattutto nel campo dell’informatica, dei servizi alle imprese, dei servizi finanziari, realizzate da agenzie formative private, che nel corso degli anni si sono venute consolidando e specializzando all’interno della Regione Il complesso di queste iniziative, seppur territorialmente collocate in uno o nell’altro territorio Provinciale, presentano caratteristiche di valenza regionale. Se si tiene inoltre presente la necessita’ relativamente a queste aree di qualificazione postdiploma di evitare inutili quanto dannose duplicazioni, tutto cio’ porta alla necessita’ che, fermo restano la titolarita’ provinciale di questo capitolo di intervento, ed esercitando, fino in fondo, un ruolo di programmazione attiva, limitatamente a questo primo anno di attivazione della delega, la programmazione delle attivita’ veda un forte momento di cooperazione, nella individuazione dei singoli interventi, tra Regione ed amministrazioni Provinciali. Le modalita’ di realizzazione di questa cooperazione verranno definite all’interno di un accordo di programma, sottoscritto dai tre soggetti istituzionali.
3.3.formazione finalizzata all’occupazione.
Le iniziative previste per quest’area di intervento, tutte rientranti negli interventi a titolarita’ provinciale (in particolare le disponibilita’ finanziarie sono di 1,450 mld. Per la Provincia di Perugia e di 0,977 mld. Per la Provincia di terni) sono rivolte a giovani al di sotto dei 25 anni e prevedono corsi on the job, infatti tutte le iniziative vengono realizzate direttamente da realta’ produttive, seguendo il metodo dell’alternanza. Attraverso questo tipo di intervento si intende fornire alle realta’ produttive uno strumento per ampliare in modo, qualificato la loro base produttiva, ne consegue che l’azione, formativa dovra’ essere strettamente finalizzata all’assunzione da parte delle singole realta’ produttive del personale qualificato attraverso l’azione formativa stessa. Da questo punto di vista, nella individuazione delle attivita’ da inserire nel piano, dovra’ essere posta attenzione soprattutto alla verifica:
3.4.formazione per disoccupati di lunga durata e cassaintegrati.
Gli interventi di quest’area sono rivolti a due categorie distinte di utenti: i cassaintegrati e i disoccupati di lungo periodo con eta’ superiore ai 25 anni. Per quanto riguarda i cassaintegrati si prevede una disponibilita’ finanziaria di 0,400 mld. Da destinare totalmente a progetti a titolarita’ regionale (primo comma, lettera m, art. 4 l. 14/9 1), che nello specifico riguardano:
I restanti 0,904 mld. (di cui 0,600 mld. Alla Provincia di Perugia e 0,304 mld. A quella di terni) dovranno essere finalizzati alla realizzazione di iniziative formative di alto livello, del tipo di quelle previste al punto 3.2, da destinare, in particolare, a giovani diplomati o laureati con eta’ superiore ai 25 anni e fino ai 29 anni. Anche per questa iniziativa si prospetta, per la loro individuazione, un meccanismo simile a quello gia’ delineato al punto 3.2, cioe’ di forte cooperazione tra i tre soggetti istituzionali.
3.5. Categorie deboli.
Le iniziative previste per quest’area, tutte rientranti negli interventi a titolarita’ Provinciale, si articolano nelle seguenti sezioni: portatori’ di handicap, tossicodipendenti, reclusi e donne. Le disponibilita’ finanziarie articolate territorialmente e per sezione di intervento risultano le seguenti:
Allegato al file ale001516arlex.txt
In particolare, per quanto riguarda le iniziative per la sezione portatori di handicap, le attivita’ formative dovranno essere finalizzate alla acquisizione da parte di questi soggetti di capacita’ professionali che ne facilitino l’inserimento nel mondo del lavoro, escludendo percio’ iniziative che si caratterizzassero come interventi a carattere puramente assistenziale. Per quanto riguarda le iniziative individuate all’interno dell’area ” donne “, questa specifica sezione, seppure con dotazione finanziaria non elevata, permette di inserire quegli interventi specifici, svincolati da ogni limite di eta’ o particolare fascia professionale che non trovano spazio negli altri assi (comprese attivita’ di tipo seminariale o di aggiornamento). Tutto cio’ fermo restando quanto previsto dalla l. 125/91 circa la riserva di una quota, pari almeno al 10, per cento dei finanziamenti, per attivita’ formative connesse alla realizzazione di progetti finalizzati alla costruzione di pari opportunita’ uomo-donna, e che dovra’ trovare collocazione all’interno del complesso delle iniziative formative previste negli altri assi di intervento. A tale proposito e’ bene sottolineare che gia’ in passato ci si e’ mossi in questa direzione favorendo la partecipazione della componente femminile a corsi di formazione per professionalita’ nelle quali si riscontra una sottorappresentazione delle donne (da questo punto di vista e’ interessante l’esperienza dei corsi di job creation, al cui interno circa il 60 per cento dei partecipanti e’ composto da donne), nonche’ stabilizzando una attivita’ di formazione di consiglieri di parita’.
4. Interventi previsti all’interno dell’obiettivo 2.
Le iniziative previste all’interno. Di quest’area presentano una disponibilita’ finanziaria per il 1992 di 8,000 mld. (4) e sono specificamente indirizzate alle aree territoriali di, declino industriale che la CEE ha individuato nel territorio della Provincia di Terni e nel Comune di spoleto. Conseguentemente la ripartizione a livello Provincia le risulta essere la. Seguente:
Prima di entrare nel dettaglio delle singole azioni formative previste, e’ opportuno, seppur sinteticamente, ricordare i principali obiettivi posti alla base del programma operativo elaborato per le zone dell’ob. 2 per il biennio 1990/91, che sono:
Il complesso delle iniziative formative si articola in 5 misure di cui la quarta rientra nell’area degli interventi a titolarita’ regionale:
Nella prima misura che presenta una disponibilita’ finanziaria di 4,800 mld. (dei quali 1,250 mld. Alla Provincia di Perugia – area spoleto e 3,550 mld. Alla Provincia di terni), sono compresi una serie di interventi finalizzati a dare una ulteriore qualificazione ai dipendenti di piccole e medie aziende operanti nell’area.
Nell’individuare le singole iniziative formative, particolare attenzione dovra’ essere posta nella verifica ed analisi tra ipotesi di riqualificazione del personale e piani di sviluppo e/o riconversione aziendale, al fine di valutarne la coerenza sia da un punto di vista quantitativo (personale coinvolto) che qualitativo (adeguatezza delle proposte formative).
All’interno di questa azione finalizzata allo sviluppo e rafforzamento del tessuto produttivo dell’area in questione si colloca un intervento specifico diretto all’innalzamento delle capacita’ e delle professionalita’ sul versante imprenditoriale (misura 2). L’intervento interessa tutti i settori produttivi (agricoltura, artigianato, commercio, cooperazione e piccola impresa industriale) e si concretizza in azioni di breve durata (moduli di aggiornamento e/o specializzazione) riguardanti le problematiche della gestione e della organizzazione dell’impresa, nonche’ approfondimenti settoriali relativi alla introduzione di tecnologie gestionali e produttive innovative. I diversi interventi sono proposti e gestiti dalle stesse associazioni datoriali dei diversi settori. Per questo specifico segmento di intervento, date le sue caratteristiche e la sua connessione con azioni dello stesso tipo previsti nell’obiettivo 5/b, le amministrazioni Provinciali, nel programmare le singole attivita’ dovranno operare al fine di costruire, in raccordo con la parte a totale finanziamento a titolarita’ regionale, un quadro regionale di iniziative di formazione ed aggiornamento imprenditoriale che tenga conto, assieme alla qualita’ della proposta, anche della rappresentativita’ dei soggetti proponenti e di una distribuzione omogenea delle iniziative stesse sul territorio regionale. In questo senso gli interventi regionali di cui al successivo punto 6 opereranno come momento di riequilibrio. Un intervento specifico (misura 3) e’ infine previsto per imprenditori ed addetti nel settore del turismo con le stesse caratteristiche, sul piano didattico progettuale, delle precedenti misure. Un intervento particolare e a se stante riguarda il settore delle aziende a partecipazione statale, proposto direttamente dalle stesse aziende, per il quale sono disponibili 2,500 mld. Per azioni di riqualificazione sia degli addetti alla produzione che per i quadri e tecnici. Infine, nell’area di interventi a carattere regionale, e’ prevista una misura di assistenza tecnica, che puo’ contare su di una disponibilita’ di 0,200 mld., da utilizzare sia in direzione di miglioramento della progettazione formativa sia di analisi dell’andamento dei principali aggregati del mercato del lavoro locale.
5. Interventi previsti all’interno dell’ob. 5b
Il complesso degli interventi previsti, per le zone comprese nell’obiettivo 5b tutte rientranti in Provincia di Perugia, sulla base del programma operativo approvato dalla CEE, prevede:
Nello specifico, per le attivita’ formative e’ prevista una disponibilita’ complessiva di 2,912 mld. Da ripartirsi nelle seguenti 5 misure, tutte a titolarita’ provinciale con esclusione della quinta:
Nella prima misura sono compresi interventi formativi rivolti a titolari di imprese agricole, organizzati in moduli brevi di aggiornamento e specializzazione, proposti ed organizzati dalle stesse associazioni di categoria e finalizzati alla introduzione dei processi innovativi sia nella gestione aziendale sia nell’area produttiva stessa, ma anche allo sviluppo di un sistema di servizi per le imprese stesse. La seconda misura tende in modo specifico a rafforzare le capacita’ professionali e di management dei quadri e dirigenti delle pmi presenti nell’area dell’obiettivo; i temi specifici da affrontare in questi interventi dovranno percio’ riguardare le questioni del controllo di gestione, della contabilita’ industriale, del controllo qualita’, dell’analisi tempi e metodi. La terza misura si caratterizza per interventi di riqualificazione sia per addetti che imprenditori artigiani, lavoratori autonomi e soci di cooperative; per la parte relativa al lavoro non dipendente le iniziative sono gestite e progettate dalle stesse associazioni di categoria. Per questa misura valgono le avvertenze espresse per la formazione imprenditoriale di cui al punto 4. La quarta misura prevede infine azioni formative rivolte alla qualificazione nel settore delle attivita’ turistiche, mentre la quinta misura prevede il finanziamento di azioni di monitoraggio relative al complessivo andamento delle iniziative formative dell’obiettivo 5b.
6. Interventi formativi a titolarita’ regionale.
All’interno di quest’area sono ricomprese tutta una serie di iniziative a totale finanziamento e titolarita’ regionale per le quali e’ prevista una disponibilita’ finanziaria di 1,540 mld. E che comprendono:
La prima area prevede tutta una serie di attivita’ formative individuate da atti legislativi regionali e nazionali, mentre nella seconda area sono comprese iniziative formative rivolte ad imprenditori ed operatori di settore da attuarsi nelle zone non incluse negli obiettivi 2 e 5b. La terza misura prevede attivita’ formative rivolte, secondo quanto previsto dalla l.r. 11/88, applicazione reg. CEE 797/85, a giovani che intendono insediarsi in aziende agricole in qualita’ di agricoltori a titolarita’ regionale; il complesso di queste attivita’ e’ ricompreso nelle attivita’ a titolarita’ regionale. Per quanto riguarda le attivita’ di supporto, all’interno di quest’area sono ricomprese attivita’ di servizio per l’intero sistema di f.p. E che in particolare attengono a:
7. Educazione permanente
Per questo tipo di attivita’ sono previste disponibilita’ finanziarie pari a 0,600 mld. Di cui 0,400 mld. Per la Provincia di Perugia e 0,200 mld. Per quella di Terni. Nella programmazione delle attivita’ da inserire all’interno di questa area e’ bene tenere presente, cosi’ come per le altre tipologie di intervento, che esiste un consolidato, costituito da attivita’ corali e bandistiche promosse dagli enti locali e da iniziative orientate a favorire attraverso lo strumento della formazione professionale, la crescita e lo sviluppo di tutta una serie di attivita’ culturali (laboratori teatrali, animazione culturale, perfezionamento musicale e teatrale, etc.) nonche’ interventi mirati su specifici problemi di rilevante interesse regionale (es. Progetto donna del Comune di Perugia e di quello di Terni, interventi di educazione stradale, antinfortunistica, nutrizionale etc.).
8. Corsi privati riconosciuti e non finanziati.
La l.r. 14/91 all’art. 11 prevede l’inserimento nel piano attuativo annuale di corsi di formazione professionale finanziati’, organizzati e gestiti da soggetti privati, al termine dei quali, previo superamento di una prova finale, e’ possibile acquisire un attestato di qualifica con validita’ giuridica ai sensi dell’art. 14 della l. 845178. Sempre all’art. 11, comma 3, vengono individuate le caratteristiche di ordine oggettivo e strutturale che le singole proposte devono possedere, dal punto di vista didattico come da quello della idoneita’ delle strutture, per essere inseriti nel piano.
Per quanto riguarda i contenuti delle proposte formative da ammettere e, quindi la coerenza con le opzioni della progettazione regionale, tenendo presente che il 1992, per questo aspetto di programmazione formativa, rappresenta un momento di notevole, cambiamento rispetto al passato (dall’attestato di frequenza al diploma di qualifica), si ritiene opportuno inserire quelle iniziative che:
Nel complesso, inoltre, dovra’ essere operata, rispetto a quanto accadeva con la passata normativa, una riduzione dei numero dei corsi per ogni singola figura professionale.
Nello specifico sulla base del consolidato degli anni precedenti relativo ai corsi liberi con presa d’atto, si indicano per aree di professionalita’ i seguenti parametri:
9. Orientamento professionale.
Per quanto riguarda le iniziative di orientamento professionale,, fermo restando quanto previsto agli artt. 20 e .21 della l.r. 14191, la Regione attraverso il laboratorio centrale per l’orientamento provvede alla elaborazione delle politiche generali e di indirizzo delle attivita’ di orientamento, nonche’ alla produzione di metodologie, didattiche e materiali informativi rivolti alla attivazione di interventi di orientamento professionale. Alla Regione inoltre, attraverso’ gli otto punti di servizio dislocati nel territorio, competono le attivita’ di coordinamento territoriale di diffusione dei materiali prodotti dal laboratorio. Le amministrazioni Provinciali, sulla base degli indirizzi generali elaborati dalla Regione sentiti gli altri soggetti istituzionali interessati (comuni, distretti scolastici, scuole, etc.) provvedono alla elaborazione del piano provinciale di interventi; per l’attuazione di detti interventi possono utilizzare, cosi’ come previsto da apposito accordo di programma, il personale regionale dislocato nel territorio addetto a compiti di orientamento e la stessa struttura del laboratorio centrale per l’orientamento.
Regione Umbria
Ufficio formazione professionale
Piano annuale di f.p. 1992: preventivo generale di spesa (xml)
Omissis