02.08.2024 – Con il catalogo “aumentato” dal semantic web le pubblicazioni Inapp migliorano le possibilità di ricerche e risposta degli utenti. L’Istituto, infatti, grazie all’adesione al Gruppo Wikidata per Musei, Archivi e Biblioteche e sulla scia di ciò che sta accadendo in altri enti di ricerca, mette a disposizione il proprio patrimonio documentale e bibliografico in un ambiente aperto e altamente interoperabile, che consente una navigazione più completa e personalizzata.
I vantaggi di essere presenti in Wikidata sono diversi. Consultando il catalogo delle pubblicazioni si creano simultaneamente legami con altri vocabolari controllati ed enciclopedie, potenziando così la possibilità di approfondire gli argomenti. Wikidata inoltre implementa tool bibliografici, come Scholia, che restituiscono le informazioni costantemente aggiornate anche attraverso visualizzazioni grafiche. “Questi tool sono in grado di elaborare informazioni in modo autonomo – spiega Chiara Carlucci responsabile del progetto – in quanto riescono a intercettare nuove relazioni e legami tra i dati, incrementando la possibilità di aprirsi a nuovi gruppi di ricerca e community. Vengono mostrate le collaborazioni con diversi autori o enti, visualizzati i temi trattati nel corso del tempo, verificata e monitorata la presenza dei ricercatori e delle ricercatrici nei cataloghi delle biblioteche distribuite nel mondo che diventa così sempre più vicino perché l’interlinking agisce come moltiplicatore di connessioni con risorse potenzialmente infinite”.
Ciò significa inoltre divenire parte attiva di una comunità di sviluppo e aderire a un manifesto che punta alla massima diffusione open anche dei contenuti della ricerca pubblica. È per questo che nella pagina progettuale sono stati messi a disposizione anche dei video tutorial che illustrano le possibilità di navigazione per “autori”, “opere”, “parole chiave” esplicitando le fasi progettuali replicabili in contesti analoghi.
Il futuro è tutto da scoprire e l’Inapp sta gettando le basi per affrontare consapevolmente la sfida all’interno della comunità scientifica di riferimento nonché guardando agli sviluppi che l’AI già consente di intravedere.
“L’interoperabilità verrà ulteriormente estesa con la creazione della Comunità dei ricercatori dell’istituto in OA.INAPP (ePerson) e con il potenziamento dell’ambiente LOD (linked open data) – spiega Carlucci – anche grazie alla creazione di una web app attraverso cui l’utente potrà sperimentare un’esperienza di ricerca immediata ed efficace e con risultati più completi rispetto a quanto siamo abituati”.
Per informazioni [email protected] ; Biblioteca Inapp “Vincenzo Saba”